Da studente in una piccola scuola di Marsala, ad allieva della Professione Musical Parma. Oggi Performer professionista.
Scritto da Carmela De Rose
Quando hai capito che il musical sarebbe stato la tua vita?
“Io l’ho scoperto e compreso molto presto. Il mio è stato un percorso abbastanza lineare. Ho iniziato a studiare danza all’età di tre anni. Studiavo danza contemporanea, hip hop ecc. Ho sempre cercato di studiare diversi stili per essere il più versatile possibile, anche per cercare di comprendere quale fosse lo stile giusto per me. Successivamente quando avevo solo 12 anni, nella mia scuola di danza hanno avviato un corso di musical che io ho iniziato subito a frequentare. Il fatto che riuscissi a conciliare queste tre discipline (danza, canto e recitazione), mi ha molto sorpresa e mi sono sentita completa. Pensavo di poter esprimere molto di più attraverso il musical che solo con la danza. Il primo spettacolo che ho fatto con la scuola di danza all’epoca è stato Cabaret.”
Il tuo primo musical da professionista è stato A Chorus Line, con la regia di Chiara Noschese; che emozioni hai provato nel vivere l’audizione, le prove e poi lo spettacolo?
“Il mio primo musical da professionista non è stato A Chorus Line. Diciamo che è stata la mia prima audizione vinta per un musical da professionista. Ma il primo spettacolo che ho fatto è stato “Un Americano a Parigi” regia di Bellone. Certo che A Chorus Line ha significato tantissimo, perché era come se avevo realizzato un piccolo sogno, riuscire ad entrare nel vero musical perché nella mia scuola a Marsala oltre ad aver fatto Cabaret avevo fatto anche A Chorus Line. E me ne ero innamorata si dal primo momento di quei due spettacoli. Per me arrivare a far parte di A Chorus Line è stata una emozione indescrivibile anche perché c’è una dicitura che i performer si dividono tra chi ha fatto A Chorus Line e chi non l’ha fatto. E diciamo che averne fatto parte è un privilegio. Sarà un ricordo che rimarrà impresso nella mia anima per tutta la vita. L’esperienza dell’audizione è stata molto dura, perché c’era tantissima gente, ed era la mia prima audizione subito dopo essere uscita dalla Professione Musical di Parma (dove ho studiato per tre anni). Ero molto preoccupata, tanto che fino al giorno prima avevo pensato di non presentarmi all’audizione. Avevo paura di non essere presa, io ci contavo molto. Poi ho deciso di andare; la mattina dell’audizione sono andata molto carica, e per fortuna il coreografo è rimasto colpito e mi ha scelta. La prima dello spettacolo è stata magica, eravamo al Teatro Nazionale di Milano, che è proprio il top, l’emblema dei teatri di musical in Italia. È stata una emozione incredibile soprattutto durante l’opening quando c’è stata una esplosione di musica e di energia, il pubblico è esploso ancora di più in un applauso che ancora se chiuso gli occhi riesco a sentirlo”.
Come ci si sente a lavorare in una compagnia?
“Io ho iniziato relativamente presto, avevo 22 anni e nel cast del primo musical che ho fatto c’erano molti ragazzi più grandi di me. Ho fatto fatica all’inizio a legare e ad entrare bene in relazione con gli altri membri della compagnia. Diversamente è accaduto quando ho fatto “Sette spose per sette fratelli” perché il cast era formato da persone più o meno della mia stessa età e mi sono trovata molto bene. Poi insieme a me c’erano altri miei due colleghi con la quale abbiamo studiato alla Professione Musical (Claudia Calesini e Gianluca Cavallaro). A me piace molto il lavoro di gruppo, adoro condividere emozioni, idee, e mi sento dire che mi piace essere quella che fa un po’ da mamma in queste situazioni. Perché sono molto responsabile, che è sempre stata una mia caratteristica. Mi ricordo tutto, ho una buona memoria, su questa cosa a volte mi prendono in giro in senso positivo, perché poi tutti vengono da me per ripetere passi e coreografie. Anche durante il musical di Sette Spose ero diventata un punto di riferimento”
Qual’ è il ruolo a cui sei più affezionata e quale desideri interpretare in futuro?
“È difficile decidere quale sia per me il musical che ho preferito interpretare. Sicuramente sono molto affezionata a Marta (la sposa del musical Sette spose per sette fratelli), che ho fatto fino l’anno scorso insieme a Diana Del Bufalo. Quest’anno sono sempre con Diana ma nel musical Cabaret. Interpretare Marta è stato bellissimo perché lei è una ragazza che mi somiglia molto, essendo responsabile, e poi era un ruolo molto recitato e presente nel musical. Naturalmente ci sono tanti musical in cui vorrei lavorare. Ma aver raggiunto ora anche il musical “Cabaret” direi che mi manca interpretare il ruolo di Luisa Contini in Nine, oppure Chicago mi piacerebbe interpretare una delle assassine.”
Potresti raccontarci un aneddoto della tua carriera professionale che porti nel cuore?
“Un aneddoto che porto nel mio cuore è sicuramente l’incontro con Cameron Mackintosh, che ho avuto quando ero nel cast di Mary Poppins al Teatro Sistina. È stata un’occasione più unica che rara. Quel momento lo porto sempre con me nel mio cuore. Sicuramente è stato molto emozionante incontrare anche dal vivo Gigi Proietti, Pippo Baudo e molti altri. L’esperienza che ho vissuto grazie a Mary Poppins è stata molto importante per me perché mi ha permesso di conoscere questi grandi artisti.”
Hai qualche rito scaramantico, senza il quale non puoi assolutamente entrare in scena?
“Si ho un rito scaramantico che faccio sempre prima di entrare in scena. Recito praticamente una preghiera che mi porta molta fortuna. Da quando sono fidanzata con Christian Catto e ci troviamo insieme nello stesso cast, questa preghiera prima di andare in scena la recitiamo insieme”.
Durante altre interviste hai dichiarato che un tuo sogno nel cassetto sarebbe aprire una scuola di musical nella tua città, Marsala. Che rapporto hai con la tua terra natia?
“Si, mi piacerebbe aprire una scuola di musical a Marsala. Purtroppo mi sto scontrando con la realtà; è difficile aprire una propria attività ma farò il possibile per realizzare questo mio sogno. Mi piace insegnare e vorrei trasmettere tutto ciò che ho imparato ed è una cosa che sicuramente farò; devo solo capire dove posso collocare geograficamente questa scuola. Perché attualmente vivo in Piemonte ma sono sempre in giro per i teatri. (Ora sono in tour con il musical Cabaret). Ma spero tanto un giorno di poter tornare a Marsala, perché per me è la città più bella del mondo. Per ora mi sto concentrando solo sulla mia carriera da performer, magari, tra qualche anno chissà… E insieme a Cristian facciamo lezione di musical in una scuola che si chiama “La soffitta dei bambini.”
Nel corso della tua carriera hai subito qualche infortunio, come sei riuscita a recuperare per non mettere da parte la danza?
“Ho subito diversi infortuni fino ad oggi. Il primo è stato durante l’accademia, frequentavo la professione musical a Parma e durante una lezione mi sono praticamente fratturata la caviglia sinistra. Era il mio primo anno e ho dovuto rinunciare a tutti gli esami e a tutti gli spettacoli, per fortuna ho fatto una buona fisioterapia che mi ha fatto recuperare al 100% e non ho più riscontrato problemi. Dopo questo episodio, per fortuna non ho avuto altri infortuni gravi ma solo piccoli dolori che tutti i performer vivono. Quando usi molto il tuo corpo è normale avere qualche dolore o acciacco. Naturalmente ciò che mi salva è il fatto che cerco sempre di prevenire, con tanto riscaldamento prima di entrare in scena e tanto stretching dopo lo spettacolo”.
Cosa consigli ai giovani ragazzi che vogliono intraprendere il sogno di diventare performer?
“Non vorrei troncare il sogno di qualcuno con queste mie parole. Ma questo è un lavoro molto complesso da fare in Italia. Naturalmente quello che posso consigliare, è di avere molta pazienza, non sempre si riesce a vincere un casting la prima volta che si ci prova. Siamo tanti che vogliamo fare questo mestiere e i posti sono molto pochi. Quello che mi sento di consigliare è di studiare tanto e di provarci sempre, anche quando si riceve un no o più no.”
Di recente sei entrata nella casa del Grande Fratello con il musical Cabaret, com’andata?
“Si, abbiamo fatto irruzione nella Casa del Grande Fratello, precisamente il 7 novembre. È stata una bella emozione entrare nella casa più spiata d’Italia. Penso che sia andata bene, abbiamo divertito molto i concorrenti. Diciamo che io non vado molto volentieri in tv perché non ho un bel rapporto con le telecamere. Ma in questo caso mi è piaciuto tantissimo ballare li, entrare nel confessionale, abbiamo portato tanta allegria e ci siamo molto divertiti.
Hai studiato per tre anni presso la professione musical di Parma, cosa ti sei portata dietro da quell’esperienza?
“Mi sono portata dentro di me tantissimo. Naturalmente è stata una dura prova da superare perché ti insegnano tanta disciplina e tanta professionalità. Sicuramente mi porto dietro tutti gli insegnamenti che io metto ancora oggi in pratica nel mio lavoro. Sono molto fiera di averne fatto parte”.