Il giovane attore aveva in passato girato film con Gianni Amelio e Marco Bellocchio. Tanti gli spot tv anche uno con Bobo Vieri.
Quali sono stati gli ultimi lavori cinematografici, televisivi o teatrali che hai preso parte negli ultimi anni?
“Inizio con il dirvi che, nel 2022 ho recitato una piccola parte nel film “Ferrari” di Michael Mann, la produzione era italo-americana. Ho avuto il ruolo del giornalista Di Massimo, ho avuto l’onore e il privilegio di recitare al fianco di un attore di calibro internazionale come Adam Driver. Dopo di che, ho preso parte a diversi spot televisivi, uno degli ultimi è stato quello di Eden Viaggi con la regia di Riccardo Grandi e prodotto da Akita Film. Ho girato nel 2023 il film con il regista Luciano Silighini “Racconti Partigiani, racconti Saronnesi”, in cui ho interpretato un giovane partigiano di nome Aurelio Legnani che si affacciava per Amor di Patria a voler lottare contro il Fascismo dilagante. Più recentemente nel dicembre del 2023, ho preso parte ad una serie “Romance of Billlionaire” che andrà sull’applicazione Reelshorts per la regia di Matteo Ballarati, girato dalla casa di produzione Cactus, Caci e Gate 99 Production. Nel 2022 ho preso parte ad un cortometraggio denominato “Due passi in avanti” con la regia di Manuele Carenzi che è stato anche selezionato dal Festival Tulipani di Seta Nera ed è ancora visibile sulla piattaforma Raiplay. Ma non solo, il 2023 è stato un anno pieno di piccole soddisfazioni, perché ho avuto il piacere di avere un piccolo ruolo nel film “Rapito” di Marco Bellocchio che è stato in concorso al Festival di Cannes nel 2023. Ritornando per un secondo alla parte televisiva, ho girato lo spot di Farine Caputo che è andato in onda su tutti canali Mediaset ma anche al cinema.”
Ne ricordi altri anche nel mondo teatrale oppure c’è qualcos’altro che ti sfugge?
“Una esperienza che ricordo con estremo piacere sia umanamente che professionalmente nel mondo teatrale è stato, aver preso parte alla Compagnia di Operetta di Corrado Abati per due stagioni. Li ho potuto mettere a frutto gli insegnamenti che ho imparato durante i miei studi alla STM di Novara. Da li, ho preso parte a spettacoli dal calibro di “Kiss Me Kate”, “Vedevo Allegra” e anche da protagonista in “Acqua Cheta”, era il 2020 però c’era il Covid.
In passato prima di entrare nella Compagni di Abati, ho avuto l’onore e la fortuna di lavorare con registi come Bob Wilson, Hugo De Ana, Peter Greenaway. Nel novembre 2020, non ci posso ancora credere ma ho lavorato con Graham Vick, il regista defunto che con lo spettacolo a cui ho preso parte venne premiato Sir alla Camera dei Lord dalla Regina Elisabetta. Venne premiato per l’apporto con la cultura, per la sua voglia di portare la cultura in quel momento quando era parecchio difficoltoso durante la pandemia. Questi sono i miei ricordi piacevoli e fortunati in ambito teatrale. Tuttavia se devo ricordare lo spot televisivo che mi ha reso un po’ conosciuto è stato quello che ho girato insieme a Bobo Vieri delle Gillette. Ma non posso non ricordare anche “Il Signore delle formiche” di Gianni Amelio, anche li ho avuto un piccolo ruolo. E su questo ho un segreto da confessare…..”
Quale sarebbe?
“Per girare quel film ho dovuto mettere su qualche chilo per interpretare un carabiniere. Ci sono riuscito grazie ad una tecnica italo-americana che ho imparato ispirandomi ai più grandi quali Robert De Niro e Gian Maria Volontè e Mastroianni. Quel periodo a livello fisico attoriale è stato duro ma stupendo.”
Facciamo un passo indietro, raccontaci i tuoi studi e come hai approcciato all’arte del teatro, della tv e del cinema?
“Io quando ero bambino non pensavo di voler diventare un attore ma un lottatore. Però è successo che durante un macht mi si ruppe un braccio perché non cedetti allo scontro con il mio avversario. La voglia di confrontarmi e di mettermi alla prova è rimasta, però, era più un desiderio di non mettersi mostra, ero più attratto dalla spettacolarità della lotta e delle persone che seguono questo sport molto fisico. Da li, ho coltivato quella parte che avevo, possedevo una gran voglia di esibirmi di mostrare che avevo qualcosa da dare e che potevo emozionare. Provando con il teatro, mi sono reso conto che ero nato per l’arte della recitazione. Ho iniziato da piccolo e all’inizio è stato molto difficile perché mi ero innamorato di tantissimi personaggi, ma non solo di gente che sul palco, cantava, ballava e recitava. Li scopro di avere una passione estrema per il musical. Dopo i primi anni di alcune piccole delusioni perché purtroppo sono uno stonato corretto, sono riuscito ad imparare a non stonare grazie allo studio, e ancora adesso continuo a perfezionarmi. La mia vita cambiò quando nell’estate del 2013 arrivò una chiamata, dopo aver fatto il primo spettacolo pagato da professionista che è stato “Messer Filippo” al Teatro Carani di Sassuolo. Quando mi è arrivata questa chiamata, mi hanno detto che c’erano due opzioni: la prima era rimanere a Modena ancora degli anni e continuare a studiare in scuole serali. La seconda era quella di andare in una accademia. L’ultimo provino per entrare era a Novara. Io ho scelto la seconda, sono andato alla STM, ho superato il provino e alla fine mi sono diplomato in musical. Ricordo ancora quando sono andato a fare il provino era il 13 settembre 2013, ho fatto i salti mortali per essere presente, perchè lo stesso giorno avevo uno spettacolo a Modena. Quando ho iniziato a studiare in accademia è stato un modo, per entrare nel circuito teatrale, perché riuscivo ad esibirmi in diversi spettacoli, questo mi ha permesso di creare una presenza scenica e di fare molta esperienza. Ho preso parte a diversi spettacoli durante il Festival Verdi del Teatro Regio di Parma. Tutto ciò che ho descritto è stata la nascita di un percorso che oggi mi ha portato fin qui e spero che mi porterà ancora molti sogni da poter realizzare mediante il mestiere che mi ha rubato il cuore.”
Se oggi dovessi dire tre nomi di tre insegnanti che ha segnato la tua crescita professionale, quali diresti?
“Di sicuro inizierei con Marco Brancato, in arte Gipeto per la recitazione. Lui mi ha preso in abbraccio e mi ha ribaltato completamente, mi ha messo davanti alle mie paure e mi ha messo duramente alla prova. Mi ha insegnato come superare i miei ostacoli, devo a lui tutta la mia forma-mentis di attore. Devo tantissimo per la danza ma non solo anche per come si ci comporta con gli altri, di come si deve essere in questo mestiere, che si deve sempre donare aiuto a tutti i professionisti che hai intorno, tutto questo lo devo ad Ilaria Suss. Per quanto riguarda il canto, nonostante loro sono stati molto puntigliosi, ma non nel senso negativo ma positivo del termine. Loro mi hanno dato tanto Gianluca Sticotti come precisione, come tecnica. Come cuore io devo assolutamente ringraziare Francesca Taverni. Lei è una grandissima attrice teatrale, mi ha veramente dato tanto a livello umano, questo non posso escluderla dalla mia formazione come artista.”
Ci racconti che tipo di modus operandi metti in pratica quando lavori soprattutto, visto che riesci ad essere molto versatile passando dal teatro, allo spot tv e al cinema?
“Il mio trucco è il fatto che ho allenato e possiedo una memoria molto atletica. Io la mia l’ho creata molto sotto sforzo perché ti ricrea quell’ansia e quella frenesia nel ricordarti la qualunque e in qualsiasi momento. La struttura artistica è formata sicuramente nell’avere una memoria molto forte. Per quanto riguardo il resto, cerco di mettere in pratica una totale immedesimazione. Io utilizzo molto il metodo Strasberg. Anche se adesso ci sono diversi metodi che lavorano in diverse direzioni e cerco di studiare anche quelli, perché io come artista non smetterò mai di studiare perché penso che questa sia la base.”
Raccontaci se hai anche altre passioni?
“Coltivo molte passioni, continuo a fare box, continuo ad andare in palestra ci tengo tanto a stare sempre in forma. Inoltre mi piace anche tanto ballare i latini americani e a volte frequento dei locali appositamente per ballarli.”
Da quello che si evince hai anche una passione per l’astrologia?
“Si nutro questa passione da quando sono piccolo, da quando ho scoperto di essere sotto il segno del cancro. Inizialmente ho studiato astrologia da autodidatta. Da quel momento ho scoperto un mondo e ora frequento anche delle lezioni con un maestro.”
Ritornando a qualche set che hai vissuto, ci potresti raccontare quella vissuta sul set del film “Ferrari” che è stato anche l’anno scorso in concorso al Festival di Venezia?
“Aver girato “Ferrari” è stata una esperienza magnifica, perché abbiamo girato nella mia città, Modena. In quel momento Modena è diventata un set cinematografico a cielo aperto. Mi sono emozionato nel vedere Modena con quegli occhi, è stata emozione pura. Uscire di casa ed essere già sul posto di lavoro, circondato da un qualcosa che diventerà un’opera che sarà immortale. E questo aspetto del cinema che ha reso la mia città immortale è stato magico. Ho fatto il provino che c’era ancora il Covid e ho rischiato di non arrivarci senza. Ho fatto accanimento terapeutico su me stesso, perché quando mi è arrivata la telefonata che ero stato preso, avevo il Covid. Non potevo rischiare di perdere questa occasione. Alla fine mi sono negativizzato e sono andato a girare. Quando sono arrivato li e mi sono trovato affianco ad Adam Driver, e sono stato diretto da Michael Mann. Li ho pensato che finalmente avevo realizzato un sogno, un attore che vive un set di un certo livello ed è stato stupendo.
Per quanto riguarda i progetti futuri?
“Per quanto riguarda il cinema posso dirti che girerò due film con la regia di Luciano Silighini “Sobillon” e “Il Console” con Antonella Salvucci. Non posso dirti altro, perché non vorrei fare troppo spoiler. Ma quello che mi auguro è continuare a vivere di questo perché questo mestiere mi ha rubato il cuore.
Mi piace chiudere ogni intervista, con una domanda un po’ filosofica. Ti chiedo cos’è per te la felicità?
“ La felicità per me è quando sei nel posto dove devi essere. La felicità per me è quando, ogni cosa diventa semplice anche la cosa più brutta. Se hai lo spirito per affrontarla, non hai nulla temere e quindi sei felice.”