Related Posts
BOTERO,UNA RICERCA SENZA FINE. IL FILM
In sala tra il 20 e il 22 gennaio il film, uscito nel 2018, su uno dei più grandi artisti mondiali, ancora in attività.
Un percorso ,quello del regista Don Millar ,atto a ricostruire la storia e i dettagli delle opere del pittore colombiano, da lui stesso commentate ed esplicate, unita ai retroscena della vita del pittore.
Don Millar , rimasto affascinato dall’artista, dalle sue idee e dalla sua gentilezza ,ha deciso così di fare un film documentario sul grande artista colombiano, per raccontare la sua arte e conoscere il principio di questa. Il film, in sala a partire dal 20 gennaio con Feltrinelli Real Cinema e Wanted Cinema , è un ritratto profondo e stimolante di un artista contemporaneo e già monumentale. Attraverso materiali inediti – foto e video risalenti a molto tempo fa e riprese originali girate per le mostre di tutto il mondo-, Botero rivela la sua vera anima artistica, quella più intima e profonda. L’artista , vissuto tra Parigi, New York, Milano, la Cina , la Colombia, Montecarlo e Pietrasanta ( dove ha lo studio dal 1983) , è riuscito a sovvertire l avanguardia , raccogliendo consensi ed apprezzamenti in tutto il mondo.
Il film racconta di come l’artista, partito per New York con soli 20 dollari , sia riuscito ad affermare la sua arte e la sua voluminosa visione del mondo , divenendo quello che oggi è considerato uno dei più grandi esponenti di pittura contemporanea.
Forme voluminose e colori sgargianti a contrasto con la vita che sempre più ci costringe verso forme stilizzate, quasi incomprensibili, dai tetri colori.
Così questo grande artista ci ha raffigurato allegramente, ricordandoci che la bellezza sta nella sua naturalezza , nel suo essere, di fatto , spontanea.
Il film è stato girato ad Aix-en-Provence, Bogotà, Firenze, Medellin, Monaco, New York, Parigi, Toscana e Roma tra maggio 2017 e aprile 2018. Ulteriori filmati sono stati raccolti dalle visite di Botero a Pechino, Hong Kong e Shanghai nel 2015 e 2016, oltre che da fonti archivistiche.
Il film presenta una partitura originale, registrata da un’orchestra d’archi di 23 pezzi.
BAFFONI , DI GIANLUCA FACENTE
I nomi dei celebri crotoniati e dei personaggi che hanno caratterizzato la vita, la storia e l’evoluzione dell’antica città di Kroton, vengono spesso sussurrati o pronunciati a voce bassa. È come se noi odierni protagonisti delle vicende che riguardano quella stessa, magnificente città, la cui influenza si ripercosse su tutto l’Occidente, non ci sentissimo all’altezza di cotanto Passato. Beh…Sfiderei chiunque a non provare lo stesso sentimento. Se solo ci guardassimo dentro, prima ancora di constatare tutto quello che ci circonda, capiremmo veramente che forse facciamo bene a sussurrarli e che sicuramente, allo stato attuale delle cose, non siamo degni di nominarli…
Loro erano i Crotoniati, noi solo crotonesi anche se ci si può lavorare (ma questa è un’altra storia). Magna Graecia. Quante volte l’abbiamo sentita nominare. Non è stato un sogno né un’invenzione. Si tratta di quella fetta di storia così importante e determinante che ancora i Ministeri e le Scuole continuano a trascurare, non dandoLe l’importanza che merita e la giusta collocazione. Stiamo parlando di una striscia di terra che, in meno di due secoli, fornì all’Umanità le più rivoluzionarie idee nel campo della medicina, dell’atletica, del pensiero filosofico e le più importanti regole del buon vivere civile. Concentriamoci ora su quello spazio che prima di ogni altro fu definito Grande Grecia: Sibaritide – Crotoniatide – Locride. Fino a quando le poleis di queste regioni (in particolar modo Sybaris e Kroton) abitarono i posti in un regime di cordiale convivenza, furono in grado di produrre benessere e civiltà in abbondanza e per i secoli a venire.
Purtroppo tutto è durato molto poco. La storia dovette rinunciare in breve tempo alla grande città del Toro, fondata da Is di Elice, mentre quello che resta di Kroton sopravvive in Crotone…Non ci arrenderemo facilmente. Ma tornando ai personaggi che hanno “fatto la storia”, andiamo a capire su chi focalizzare la nostra attenzione. Si parla di soggetti che per le loro gesta, il risalto ricevuto e la distanza temporale che li divide da noi, potremmo annoverare tranquillamente fra i miti. Infatti, fra i vari significati che la parola mito ha assunto vi è sicuramente il valore ancestrale di idealizzazione di un personaggio che, nella coscienza dei posteri, diviene carattere quasi leggendario, esercitando un forte potere di attrazione sulla fantasia e sul sentimento di un popolo o di un’epoca.
Kroton e i suoi Eroi. Citando Daippo il pugile, primo crotoniate a vincere un’Olimpiade solo quaranta anni dopo la fondazione della città, ed Eratostene il quale vinse ad Olimpia una gara di stadion in cui i primi sette classificati erano tutti crotoniati (da cui Strabone: l’ultimo dei krotoniati era il primo dei greci), ci soffermeremo su ciò che accadde a Kroton a cavallo fra il VI e il V secolo a.C., cercando fantasiosamente di dare un senso ai fatti e alle storie che collegano i soggetti. Intorno al 530 a.C. l’esercito di Kroton subì una pesantissima sconfitta contro i prodi Locresi, arrestando nei pressi del fiume Sagra le velleità di espansionismo a sud. La polis ne risentì molto e si richiuse su se stessa. I mercati si restrinsero e gli scambi all’esterno si ridussero ai minimi termini.
La popolazione cadde in una forte depressione e reagì buttandosi a capofitto negli estenuanti addestramenti militari e atletici, perché mai più potesse accadere di essere sopraffatti. In questo periodo i ginnasi diventano fucine di formidabili atleti e militari che domineranno gli agoni panellenici. Il nome è facile da pronunciare: Milon, il più grande atleta di sempre. Parallelamente all’evoluzione dei sofisticati metodi di allenamento, nasce, cresce e si sviluppa un movimento che rivolge la sua attenzione agli infortuni, conseguenze naturali di questi massacranti esercizi. Gli atleti hanno bisogno di gareggiare, di rappresentare la Patria e di sentirsi eroi (in assenza di guerre e per fortuna). Per questo devono recuperare in fretta dagli acciacchi.
Nascono le diagnosi: un vero e proprio studio, un’autentica ricerca per i rimedi alle “dittature del corpo”. È così che Alkmàion chiama un arto che duole o un muscolo che non fa il suo dovere poiché danneggiato…Il medico e filosofo crotoniate paragonerà il corpo umano al tessuto politico delle città. “Quando tutto sarà in salute, avremo una totale democrazia del corpo”. Proprio il nome di Alkmàion è il secondo che pronunciamo. Fu colui che per primo elevò la medicina da mera magia a scienza. L’altro che ci preme ricordare è sicuramente Democede: il più grande medico del suo tempo. Tutto questo fermento culturale e religioso (Kroton era la città di Apollo) non poteva che affascinare e attrarre una delle più grandi menti di sempre: Pythagoras da Samo. Su di lui potremmo stare a scrivere una vita intera, ma siccome ci stiamo dilettando semplicemente a trovare un senso che unisca questi personaggi, concentrati nello stesso periodo e nella sessa città, mi limiterò a dire che a Kroton, dove insegnò per un ventennio, nacque il Pitagorismo.
Non me ne vogliano gli amici di Metaponto che fanno benissimo a dire che il Maestro e le sue dottrine gli appartengono. A loro e anche ai miei concittadini dico di smetterla con queste polemiche sterili che tanto Pitagora e il Pitagorismo sono di tutti (per chi ha l’intelletto e la volontà di studiarli), ma parlare del Saggio di Samo e non fare un accenno a Crotone mi sembra quantomeno un errore storico. È come se un romano domani dicesse che il Cristianesimo è nato a Roma. Dunque uniamoci, perché la nostra terra possa gridare al mondo la sua Storia e ogni città magnogreca, smettendo di sussurrare, possa urlare con fierezza i nomi dei suoi più illustri antenati.
Evviva la Magna Graecia…Tutta!
di Gianluca Facente