


FAMIGLIA: Lamiacee e Labiate
HABITAT: Terreni aridi dei litorali
RACCOLTA: Maggio-Luglio (fiori e rami fioriti)
Il Timo è un arbusto perenne con fusti ramosi e sinuosi lunghi fino a 30 centimetri, le foglie sono opposte e lanceolate. Con l’arrivo della primavera fino all’inizio dell’autunno possiamo ammirarne i fiori riuniti in spighe all’ascella delle foglie di colori variabili dal bianco, rosa o lilla. La flora spontanea Italiana comprende circa dieci specie di “Thymus” molto simili fra loro e le varietà sono di gran lunga superiori ai 300 esemplari.
Il timo è certamente una pianta aromatica molto conosciuta, originaria del mediterraneo dove lo si trova in abbondanza, spontaneo o coltivato. Da sempre molto usato nella cucina poiché risulta indicato per tantissimi alimenti, dalla carne al pesce senza tralasciare legumi e verdure. Nei secoli il Timo ha rappresentato l’intelligenza l’operosità e l’amore duraturo, per i greci il timo era simbolo di vitalità, i soldati tonificavano il loro corpo lavandolo con l’acqua di timo poiché si pensava che questo rito avrebbe reso loro più forti e meno vulnerabili. Gli Egiziani lo impiegavano nei processi di imbalsamazione dei faraoni per la caratteristica d’impedire la putrefazione e la proliferazione batterica, grazie agli oli essenziali in esso contenuti. È molto ricco di minerali come la manganese, ferro, potassio, calcio e magnesio utilissimi per la salute psicofisica.
Un altro mito rilega l’origine del Timo alle lacrime di Arianna per l abbandono del suo amato Teseo, guardando l’emozione che da “vita” al Timo è certamente la tristezza il dolore dell’abbandono, la fine di un ciclo che per quanto ci faccia soffrire a volte è l’unica via. Nella medicina cinese queste emozioni corrispondono all’elemento del Metallo e i meridiani Polmoni e Intestino Crasso i quali nello stato embrionale prendono vita dalla stessa cellula per poi svilupparsi in due organi distinti ma per sempre collegati. Essendo il timo un ottimo antisettico, balsamico, espettorante – fluidificante delle secrezioni bronchiali si può usare non solo per la tosse o le classiche patologie da raffreddamento ma anche per riequilibrare l’elemento Metallo, consentendo cosi il collegamento con il KI universale (energia) e il suo assorbimento. Prendersi cura delle vie aeree infatti non è soltanto avere o meno la tosse ma è un concetto molto più ampio, il respiro e il ristagno dell’aria nei polmoni porta una stasi dell’individuo, una chiusura al nuovo e un grande offuscamento sulla realtà e sull’ambiente circostante. Lo stesso vale per l’intestino crasso poiché è il garante dell’evoluzione dell’uomo dato che ha il compito di “espellere ciò che è vecchio”, ciò che non ci serve più, lasciar andare al fine di far spazio al nuovo. Ricco di vitamina C e B il timo è utile anche per il nostro intestino, possiamo definirlo un antibiotico naturale, esplica un azione tonificante per tutto il tratto gastrointestinale, favorendo cosi la digestione e limitandone l’aerofagia intestinale. Fa si che le coliche intestinali vengano meno, grazie all’azione disinfettante e antibatterica dovuta appunto al timolo un fenolo contenuto nel timo.
Possiamo assumere il timo in più modi:
Essendo molto ricco di minerali è anche un ottimo alleato per i capelli, si può fare un infuso e usarlo per risciacquare gli stessi.
Famiglia: Asteracee
Habitat: Prati dell’Italia meridionale
Raccolta: Aprile-Luglio (fiori)
Proprietà: Antisettica, Antinfiammatoria, Cicatrizzante, Emmenagogo.
Principi attivi: cumarine, calendulosidi, taraxasterolo, acido clorogenico, resine, mucillaggini, fenoli, vitamina A, antiossidanti e polisaccaridi.
Le piante da sempre si prodigano per il bene della nostra salute, permettendoci di respirare al fine di consentirci il beneficio di vivere. Usufruendo delle loro droghe si rivelano ottime alleate per contrastare e lenire le più disparate patologie.
Ogni pianta ha il suo mito e la calendula, in realtà, ne avrebbe più di uno.
Quello che ho scelto per voi è il mito Greco, poiché, a mio avviso è quello che più incarna tutte le sue peculiarità.
“Venere, distrutta per la morte del suo amante Adone, si abbandonò ad un fiume di lacrime e Giove, visto il dolore della figlia, decise allora di riportare in vita Adone, condannandolo però a vivere metà del suo tempo tra i vivi e la restante parte fra i morti”.
Dalle lacrime di Venere nacque la Calendula, la quale fiorisce non a caso una volta al mese, il suo fiore si apre al sole e si chiude non appena questo tramonta.
Già dal mito possiamo collegare la pianta non solo alle emozioni, fra cui il più prorompente è il dolore, ma anche all’importanza dell’Io, poiché il sole rappresenta la nostra personalità, infatti c’è un forte legame fra questa pianta e il secondo chakra, meglio conosciuto come chakra sacrale.
Questo è posto sotto l’ombelico, nella parte inferiore dell’addome e proprio in virtù della sua posizione rappresenta il nostro “centro” fulcro della nostra energia emozionale e il nostro IO creativo.
Il suo elemento di fatto è l’acqua (la quale corrisponde alle emozioni) e gli organi interessati sono le gonadi, i reni e il sistema immunitario.
Di tutto questo la nostra Calendula sa prendersene cura.
È una pianta annuale, calda/umida e sicuramente prettamente femminile, anche se come tutte le donne non si scorda certo di prodigarsi anche per gli uomini.
Viene infatti usata non solo per le irregolarità o dolori mestruali, ma trova il suo impiego anche per alleviare le infiammazioni della prostata.
Da sempre usata per lenire la pelle (dall’acne alle scottature, per il cambio del pannolino, ecc…), spesso la troviamo nelle creme da viso, indicate per le pelli più sensibili o sotto forma di olio da usare non solo per il corpo ma anche per i capelli, poiché risulta essere molto idratante e sembra che ne acceleri la crescita.
Oltre all’uso topico è molto richiesta anche per via orale, sotto forma di compresse, tisane e tintura madre, poiché aiuta la regolarizzazione del ciclo mestruale e ne contrasta i dolori, molto indicata per sfiammare il tratto gastrointestinale e regolarne le motilità.
È inoltre usata per fare saponi e come pianta tintoria, rimarrete affascinati da come colorerà i vostri capi! Già osservando questa pianta possiamo intuire come potrebbe aiutarci, avvalendoci degli studi relativi alla segnatura (vale per l’uomo la fisiognomica) impariamo a conoscere il carattere delle piante e il loro grado di calore/umidità o freddo/secco, tutti indicatori preziosi per il suo impiego.
Per capirci meglio voglio descrivervi come si presenta questa incantevole e vivace pianta: Il suo fusto è alto più o meno 50cm, si presenta robusto, carnoso e ramificato, le radici sono a fittone e le foglie appaiono di un verde lucente, sono oblunghe e i suoi margini sono irregolari e sessili.
Il fiore è raggruppato in capolini, i petali esterni sono ligulati, mentre quelli centrali sono tubolosi ed ermafroditi, di colore variabile dal giallo all’arancione.
Preferisce terreni poco acidi e ben esposti al sole. Si adatta ai diversi ambienti e terreni infatti possiamo osservarla crescere anche su mucchi di detriti o in zone ghiaiose.
Le sue caratteristiche ci sottolineano la sua tenacia, rafforzano il collegamento con il secondo chakra, e dato il suo atteggiamento con il sole, ci fa luce sul suo dolore il quale riesce a lenire il nostro.
Che dire per le pene d’amore la Calendula Officinalis è una delle piante più indicate, veicolandoci il potere del sole, fa si che il nostro IO ritrovi il suo centro.