
VI CONSIGLIAMO DI ANDARE A VEDERLO VERAMENTE BELLO E DIVERTENTE
UNA BRAVISSIMA LUCIANA FRAZZETTO E CHE DIRE UNO STUPENDO NINO TARANTO DEGLI ALTRI NE PARLEREMO PIU’ GIU’





BRAVO PAOLO PACIULLO E BRAVISSIMA BARBARA RUSSO



REGIA DI MASSIMO MILAZZO


VI CONSIGLIAMO DI ANDARE A VEDERLO VERAMENTE BELLO E DIVERTENTE
UNA BRAVISSIMA LUCIANA FRAZZETTO E CHE DIRE UNO STUPENDO NINO TARANTO DEGLI ALTRI NE PARLEREMO PIU’ GIU’
BRAVO PAOLO PACIULLO E BRAVISSIMA BARBARA RUSSO
REGIA DI MASSIMO MILAZZO
Produzione Seven Cults Srls
Presenta
CERTI DI ESISTERE
testo, regia e idea scenica di
Alessandro Benvenuti
con Maria Cristina Fioretti, Bruno Governale, Andrea Murchio, Marco Prosperini, Maddalena Rizzi e Roberto Zorzut
Dal 25 al 30 ottobre 2022
TEATRO VITTORIA
Arriva al Teatro Vittoria di Roma dal 25 al 30 ottobre Certi di esistere, nato dalla penna di Alessandro Benvenuti che ne cura anche la regia. In scena nello storico teatro del quartiere testaccio Maria Cristina Fioretti, Bruno Governale, Andrea Murchio, Marco Prosperini, Maddalena Rizzi e Roberto Zorzut.
“Non è vero che si vive una volta sola, si vive ogni giorno e si muore una volta sola”. Certi di esistere è la storia di cinque attori salvati e vissuti da sempre all’ombra di un autore padre padrone che gli ha dato la linfa affinché i destini nati sotto cattive stelle di ognuno di loro si ammantassero delle vesti dorate del successo, grazie al suo protettivo talento. Imprevedibilmente, tutto questo sembra ad un tratto non avere più senso.
Trent’anni insieme per ritrovarsi tra le mani, dono dell’autore, un testo insulso, farraginoso, brutto in maniera inspiegabile, un boccone più che amaro, intriso di puro veleno.
Un elemento imprevisto e indecifrabile che fa saltare tutti gli schemi e getta le loro menti, senza nessun preavviso, in un improvviso e impenetrabile nulla che li costringe a pensare e rivedere ad uno ad uno i loro giorni passati, per capire dove e quando, senza che nessuno se ne fosse reso conto, si è persa la strada maestra, tanto da ritrovarsi oggi costretti da un vicolo cieco a dichiararsi vinti.
Niente però sarà come sembra e la sorpresa vi coglierà impreparati… altrimenti che gusto ci sarebbe ad avervi spettatori.
CERTI DI ESISTERE
testo, regia e idea scenica di
Alessandro Benvenuti
con Maria Cristina Fioretti, Bruno Governale, Andrea Murchio, Marco Prosperini, Maddalena Rizzi e Roberto Zorzut
regista assistente Filippo D’Alessio
aiuto regia Chiara Grazzini
costumi Tiziano Fario
TEATRO VITTORIA – ATTORI & TECNICI
Piazza S. Maria Liberatrice 10, Roma (Testaccio)
Dal 25 al 30 ottobre 2022 (h 21.00, mercoledì 26 h 17.00, domenica 30 h 17.30)
Info: 06 5740170 – 06 5740598
Vendita on-line e info: www.teatrovittoria.it
Biglietti (prevendita inclusa):
intero: platea € 30, galleria € 24
ridotto (under 35/over 65): platea € 21, galleria € 16
idotto under 18: platea € 15, galleria € 13
Il progetto del Teatro Vittoria è sostenuto dal Ministero della Cultura e dalla Regione Lazio con il Fondo Unico 2022 sullo Spettacolo dal Vivo
TeatroBasilica
Dal 20 al 23 ottobre 2022 – giovedì – sabato 21.00 – domenica ore 17,45
FAVOLA
Testo di Fabrizio Sinisi
Ideazione, regia, costumi | Giorgia Cerruti
In scena e in video | Giorgia Cerruti e Davide Giglio
Con la partecipazione video di | Elvis Flanella
Assistente alla regia | Raffaella Tomellini
Disegno luci, consulenza scenotecnica | Lucio Diana
Aiuto regia video, fotografia, montaggio | Giulio Cavallini
Musiche, sound design, fonica | Guglielmo Diana
Traduzione inglese dell’opera | Rossella Bernascone
Sarà in scena al TeatroBasilica, dal 20 al 23 ottobre, la nuova creazione di Piccola Compagnia della Magnolia “Favola”, con la drammaturgia di Fabrizio Sinisi e la regia di Giorgia Cerruti, in scena con Davide Giglio.
Scritto nel 2020, “Favola” viene definito dai suoi autori come “tragedia da camera contemporanea”. È il primo spettacolo del “Progetto Vulnerabili”, una trilogia a cura di Piccola Compagnia della Magnolia, con i testi di Fabrizio Sinisi e la regia di Giorgia Cerruti che, dal 2022 al 2024, indagherà il tema dell’umana vulnerabilità rispetto al tempo, all’ingiustizia, alle apparenze.
Si assiste alla storia di G. e D,una coppia chiusa in una stanza, che intraprende un viaggio nella memoria. Sul palco – luogo del reale – i protagonisti ripercorrono ogni giorno le favole del proprio dolore, i racconti di ciò che li ha segnati, nell’arco esistenziale che sta tra il reale e il rimosso, tra il sonno e la veglia. Lei ha dimenticato tutto, ha rimosso qualcosa di terribile, sepolto tra le pieghe di un dolore inaccettabile; lui invece sa tutto, è il regista di questo esperimento condiviso ogni sera con il pubblico, ricorda ogni dettaglio e cerca di trasportare lei in un viaggio di riacquisizione della coscienza. In questo palcoscenico-mondo, metateatralmente, G. e D. sono macchine di un immaginario tanto crudele quanto liberatorio.
Il soggetto è un libero richiamo al “Calderòn” di Pier Paolo Pasolini, cui lo spettacolo è infatti idealmente dedicato. Il ponte di accesso a questa via oscura è un grande schermo che invade lo spazio, che ha i tratti di un barocco postmoderno e fiammeggiante: siamo dentro al cranio di G., il luogo della trasformazione, il setaccio della memoria di sequenze perdute. La donna inscena tre racconti, tre sogni, ognuno dei quali si verifica in un diverso momento della storia umana: a Londra nel 1617, a Parigi nel 1793, nella contea di Boone nel 1856. In ogni episodio la coppia è protagonista di una violenza, una sopraffazione dell’uomo sulla donna, del potente sull’inerme. Ogni trasformazione è un punto di snodo della modernità occidentale, un momento chiave per capire la contraddittoria identità del presente. Ma ogni sogno è anche un enigma attraverso cui si nasconde la ferita della donna, che attraverso questi racconti prova a toccare il trauma del suo passato: una figlia, nata dall’amore della coppia, di cui fin dall’inizio viene annunciata la presenza, ma che misteriosamente non si vede mai.
“Favola” restituisce l’attraversamento di territori a cavallo tra realtà e immaginazione, tra pubblico e privato, attraverso l’osmosi tra i linguaggi del teatro e del video. Fabrizio Sinisi ha scritto questo testo visionario, poetico e politico insieme a partire da elementi biografici di Giorgia Cerruti e Davide Giglio: una danza a due, un rito laico attraverso cui una giovane coppia, nello specchio della propria relazione, mette radicalmente in discussione la giustizia della società attuale. Lo spettacolo dopo Roma sarà dal 10 al 14 febbraio 2023 al Centro Teatrale Bresciano, il 17 e 18 febbraio al Rossetti, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia,in data di febbraio in via di definizioneal Dialma Ruggero di La Spezia, in data di marzo in via di definizioneal Teatro della citta di Catania e dal 19 al 21 maggio a TPE di Torino (gli aggiornamenti saranno disponibili sul sito www.piccolamagnolia.it).
Piccola Compagnia della Magnolia nasce nel 2004 a Torino. Il gruppo indipendente, con la direzione artistica di Giorgia Cerruti e Davide Giglio, suoi fondatori, si caratterizza fin dal principio per una rigorosa e appassionata indagine a cavallo tra codici teatrali di diversi maestri (Antonin Artuad, Jerzy Grotowski, Mejerchol’d e Ariane Mnouchkine) e ricerca. Testi classici o scritture originali messi in scena avvalendosi di un’accurata ricerca vocale e dell’uso di video e altri linguaggi, in un amalgama che è frutto della collaborazione tra regista, attori, drammaturgo, videomaker, sound-designer, scenografo. La Compagnia ha portato i propri lavori – tredici, fino ad oggi – in Francia, Svizzera, Ungheria, Macedonia, Polonia, Russia, oltre che in Italia. Accanto al lavoro di creazione, la compagnia si occupa di pedagogia teatrale, conducendo laboratori per attori in Italia e in Europa e organizzando campus di alta formazione con maestri della scena internazionale
“Favola” è prodotto da Piccola Compagnia della Magnolia, in coproduzione con TPE/Teatro Piemonte Europa, CTB/Centro Teatrale Bresciano, Teatro della Città/Catania, Gli Scarti/La Spezia, con il sostegno di TAP/Torino Arti Performative, con il supporto in residenza di Sardegna Teatro, Dracma Centro Residenze (RC), Claps Circuito Lombardo (BS).
APPROFONDIMENTI
NOTE D’AUTORE
Spesso il lavoro su un testo nasce da una sola immagine. Quella che mi hanno proposto Giorgia e Davide nel nostro primo incontro era la seguente: due esseri umani, un uomo e una donna, chiusi in una stanza, davanti a uno schermo. Poco dopo iniziava la pandemia, il lock-down, il delirio di questo tempo: quella clausura a due perdeva qualsiasi caratterizzazione intima e privata, e diventava metafora della nostra condizione: corpi costretti alla clausura, corpi urgenti, dirompenti verso l’esterno quanto più lo spazio intorno a loro si contrae. Quel movimento verso l’esterno diventa il movimento della fantasia, dell’ossessione, dell’oltranza: della favola, appunto. Due corpi che sognano vite e tempi diversi, variazioni della propria esistenza: tre sogni, tre racconti, tre favole più vere della vita stessa. Come scrive Slavoj Zizek, abbiamo bisogno di “nuovi cliché”: nuove storie, nuove parabole più vere, più impietose e meno consolatorie di quelle che sono in circolazione. La favola, del resto, anche quando è nera, rende facile mettere in scena ciò che credo sia il compito principale del teatro: svelare un meccanismo, metterlo in luce sulle assi di un palcoscenico.
Così ho immaginato i corpi di Giorgia e Davide: come le macchine di un immaginario tanto crudele quanto liberatorio. La ripetizione, in tre momenti e in tre epoche diverse, dello stesso schema tragico: la sopraffazione dell’uomo sulla donna, del padre sul figlio, del più forte sul più debole. Così che il palco – sia quello reale che quello dello schermo – diventi il luogo di un rito perduto, l’affaccio su mondi diversi, su una dimensione dell’altrove.
FAVOLA è anche l’esperimento di un teatro politico praticato con gli strumenti della poesia. Pasolini, di cui ricorre il centenario della nascita, e a cui questo lavoro è idealmente dedicato, parlava della poesia come di un modo per trasumanar e organizzar. Provo oggi ad aggiungere un accento alla sua congiunzione: trasumanare come modo per desiderare oltre e di più, per guardare oltre le prigioni del qui e ora – trasumanar è organizzar. Trasfigurare la lingua e la fantasia: anche questo è un “atto politico”.
Fabrizio Sinisi
NOTE DI REGIA
Chiesi ormai tre anni fa a Fabrizio di scrivere un testo per attraversare il tema dell’eresia e dell’utopia attraverso la condizione ciclica del sonno e del risveglio, inseguendo un po’ le suggestioni del Calderòn di Pasolini e dell’Orlando della Woolf.
Poi il tempo di noi tutti si è bloccato a lungo, trasformando i muri di casa propria in un recinto collettivo. Ne è nato FAVOLA, opera monumentale di Fabrizio Sinisi. I protagonisti – G. e D. – sono una coppia. Sul palco – luogo del reale – si inscena una piccola tragedia da camera contemporanea, una favola nera ambientata in una stanza della casa. Lei ha dimenticato tutto, ha rimosso qualcosa di terribile, sepolto tra le pieghe di un dolore inaccettabile; lui invece sa tutto, è il regista di questo esperimento condiviso ogni sera con il pubblico, ricorda ogni dettaglio e cerca di trasportare lei in un viaggio di riacquisizione della coscienza.
L’espediente è il sonno, dove tutti sogniamo, o dove spesso riviviamo noi stessi in altre forme, epoche, identità, alle volte più sopportabili dello specchio reale. Il ponte che dà accesso a questo viaggio catartico (posto che ricordare lo sia sempre…) è un grande schermo – luogo del rimosso, della trasformazione, del caos o setaccio della memoria di sequenze perdute.
FAVOLA ha dunque una piccola storia, una cornice scatenante che abbraccia un’opera in cinque atti (un prologo, tre sogni, un epilogo) dove il braccio maestro è un teatro politico poeticamente incastonato nella tragedia dei perdenti, di coloro che – nella grande Storia – scompaiono affinché sorga una nuova civiltà, in un ciclo inarrestabile di sopraffazione.
L’esito è una favola eretica. In FAVOLA G. e D. siamo io e il mio compagno d’arte, l’attore Davide Giglio, con cui da diciotto anni si indaga la materia teatrale. Il viaggio di lei e lui è un po’ la storia dell’umanità, un percorso claudicante di due esseri umani – chiunque – attraverso l’esistenza; un tentativo di resistenza, tra reale e possibile.
L’architettura di FAVOLA è un’osmosi tra i linguaggi specifici del palco e del video. Oggi più che mai siamo di fronte all’apoteosi dell’impalpabile. E questo attesta e conferma il trionfo anacronistico del teatro e della presenza, ma afferma anche la contemporanea necessità di soggettivare l’oggetto inquadrato per rubarne l’essenza al microscopio del cinema.
FAVOLA è per noi anche un viaggio metodologico per capire come lavorare un teatro d’arte che dichiari i suoi mezzi senza pretendere l’illusione nello spettatore di oggi, col fine ultimo di provare ad abbattere muri.
Giorgia Cerruti
TeatroBasilica Piazza Porta S. Giovanni, 10 Roma (RM)
Contatti / Prenotazione obbligatoria +39 392 97.68.519 – info@teatrobasilica.com
Marketing: comunicazione@teatrobasilica.com
Direzione: direzione@teatrobasilica.com
Biglietti 18 euro
Orario spettacoli dal martedì al sabato ore 21.00 – domenica ore 17.45
Link utili
Sito https://teatrobasilica.com/
Facebook https://www.facebook.com/TeatroBasilica
Instagram https://www.instagram.com/teatrobasilica/
Telefono +39 331 7294703
___________________________________
Ufficio Stampa TeatroBasilica
Agenzia Maya Amenduni comunicazione
Maya Amenduni +39 392 8157943
mayaamenduni@gmail.com
___________________________________
Ufficio stampa Piccola Compagnia della Magnolia
Elisa Sirianni +39 347 2919139elisasirianni@gmail.com