GIU’ LE MANI DAL MADE IN ITALY

0
Share

Il Made in Italy è stato sempre più intaccato negli ultimi anni da imitazioni fasulle, che ne hanno svalutato il riconoscimento. Sempre più industrie europee hanno etichettato i propri prodotti con il marchio Made in Italy, pur se prodotti non in Italia. Questo ha portato i consumatori a distaccarsi da questo riconoscimento, che ormai troppo spesso li ha deviati su prodotti di bassa qualità e di origine non italiana.

 Finalmente si compie un grande passo a difesa della nostra cultura e delle nostre tradizioni. L’Unione Europea dà infatti il via libera all’etichettatura di origine su salami, mortadella, prosciutti e culatello… Una richiesta, come annuncia la Coldiretti, quasi all’unanimità: 93% dei cittadini ritiene importante conoscere l’origine degli alimenti.

Una grande novità sia dal punto di vista della trasparenza nei confronti dei consumatori, sia a sostegno degli allevamenti nazionali di maiali, messi in ginocchio dalla pandemia e dalla concorrenza sleale.

In tempi pandemici come questi, è più che fondamentale conoscere la provenienza delle carni e degli alimenti…la salute non è una questione economica, e risparmiare qualche € e rischiare di mangiare prodotti non trattati o conservati adeguatamente, può portare a gravi conseguenze…
Si stima, infatti, che 3 prosciutti su 4 venduti in Italia siano in realtà ottenuti da carni straniere senza che questo sia stato fino ad ora esplicitato in etichetta.

“In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy, l’Italia ha la responsabilità di svolgere un ruolo di apripista in Europa, anche sfruttando le opportunità offerte dalla storica apertura dell’Ue all’obbligo dell’origine con l’indicazione dello Stato membro con la nuova Strategia Farm to Fork nell’ambito del Green New Deal” , Ettore Prandini , presidente della Coldiretti.

Il decreto sui salumi, che dovrà essere presto pubblicato in Gazzetta Ufficiale per essere operativo, prevede che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: “Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali); “Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali); “Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali).
Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”.
La dicitura “100% italiano” è utilizzabile dunque solo quando la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia.
Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.

Una battaglia che l’Italia sta combattendo da molti anni, che finalmente vede le sue prime vittorie…Far parte di una grande comunità come quella europea, pur avendo i suoi vantaggi, ci ha regalato anche molte perdite… tante , fin troppe le rinunce per sentirsi cittadini di questo agglomerato di nazionalità contrastanti…
Ma lungi da voi l’idea di sgretolare la nostra cultura culinaria, il nostro amore per il cibo e per la sua condivisione, gli odori, i sapori, la cura …il tutto per assaporare un pò d’amore…Giù le mani dal Made in Italy

Related Posts